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    Netflix

    Buon quel che vi pare

    By giubors8 Dicembre 20192 Mins Read
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    Buon quel che vi pare (Merry Happy Whatever) è una serie televisiva statunitense, pubblicata il 28 novembre sulla piattaforma Netflix.

    La serie segue le vicende della numerosa famiglia Quinn sotto il periodo di Natale.

    La proposta commerciale dietro la sitcom familiare, dolorosamente piatta di Netflix

    Buon quel che vi pare, è la cosa più difendibile al riguardo.

    Ha senso nel mondo provare a offrire a grandi gruppi di persone qualcosa di aggressivo, quasi provocatorio, inammissibile da guardare e ha senso proporre una sitcom all’antica.

    Poteva funzionare, invece no.

    Lo spettacolo si svolge a casa della famiglia Quinn a Natale.

    Conosciamo il patriarca Don (Dennis Quaid)… Sono passati tre anni dalla morte della moglie di Don e i loro quattro figli adulti si sono adattati abbastanza bene alla vita senza mamma, il che non vuol dire che le loro vite siano perfettamente avviate.

    La figlia Emmy (Bridgit Mendler), che viene da Los Angeles con il suo ragazzo Matt (Brent Morin), che ovviamente non piace a Don, perché è un musicista.

    C’è anche Patsy (Siobhan Murphy), che spesso sembra essere una casalinga di decenni fa, che è sposata con Todd (Adam Rose).

    Don ha anche una figlia Kayla (Ashley Tisdale), un tipo nervoso il cui matrimonio è scoppiato di recente, un figlio, Sean (Hayes MacArthur) è sposato con Joy (Elizabeth Ho).

    Sarebbe meraviglioso poter dire che Merry Happy Whatever è riuscita a superare i cliché inerenti al suo assetto di “papà controlla- tutti”, la sua collezione di bambini e suoceri e i suoi scenari di vacanza dolorosamente ovvi, ma non è così.

    Sfortunatamente gran parte della leggerezza deriva dall’idea che la prepotente genitorialità di Don e il controllo della virilità siano carini.

    Ma tutto tende a essere sia noioso che vagamente sessista.

    Piatti e non inventive, le trame sono prevedibili, le battute sono stanche e poco divertenti.

    Ogni situazione è dolorosamente inventata.

    L’atmosfera iperprotettiva del padre delle figlie è irritantemente e obsoleta.

    Buon quel che vi pare si svolge nel corso di una decina di giorni immediatamente prima di Natale fino a Capodanno e lo spettatore non vede l’ora che le feste siano finite.

    Valerio Sembianza

     

     

     

     

     

     

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