Film del 1972, diretto da Dick Richards, con Luke Askew e Gary Grimes. Western intimista, ombroso, di tendenza revisionista.
“Fango, sudore e polvere da sparo” si pone in un filone che comprende opere leggendarie come “Il fiume rosso” di Howard Hawks, “Cowboy” di Delmer Daves, “I cowboys” di Mark Rydell, e non sfigura, anzi, col suo stile scarno e realistico e i suoi protagonisti burberi – che quasi lo spingono nel territorio della commedia -, appare una vera e propria gemma.
E’ considerato revisionista perché ritrarre il rovescio oscuro dei miti sul West, ma tutti i film di questo genere in realtà l’han fatto. Ancora una volta vien da chiedersi che valore abbiano le etichette appioppate dalla critica.
Dick Richards, con la sceneggiatura di Eric Bercovici e Gregory Prentiss, ci consegna un western splendido, la storia di un ragazzo, Ben Mockridge (Gary Grimes), che, nell’anno 1866, vuole divenire cowboy e si unisce ad una squadra di vaqueros, capeggiata da Frank Culpepper (Billy “Green” Bush). Sono intenti a condurre dei bovini a Fort Lewis, nel Colorado, ma conosceranno non pochi guai.
Attraverso questa serie di peripezie, Ben conosce il sacrificio, la violenza, il raggiro, l’omicidio, la prepotenza. Scopre che la vita di un cowboy è difficile e in costante pericolo a causa di conflitti, spesso futili. Capisce che si muove in un mondo semplice ma rozzo, all’aria aperta ma prigioniero di doveri, rinunce e fatica estenuante, un contesto in cui la giustizia è un fatto personale, in cui il furto di cavalli e bestiame è comune e punito con l’impiccagione. Delude continuamente i suoi compagni e alla fine, per sfuggire a quella vita, si lega ad una carovana di mormoni ferma sui terreni di un violento e vendicativo barone, Thornton Pierce (John McLiam), e determinata a restare in quella che considerano la terra promessa. Sarà deluso anche da loro…
A Leone non piacque. Lo giudicò troppo piatto. Era molto lontano dalle sue corde. Troppe differenze c’erano tra lui e Dick Richards. Il realismo e la sporcizia dei personaggi e del west di Leone è una suggestione, quello di Dick Richards è crudezza. I protagonisti di Leone non fanno morale, la superano con la malizia, quelli di Richards invece sono sono morali. L’alternanza tra primi piani e campi lunghi non c’è proprio in Richards… Ciò non toglie che “Fango, sudore e polvere da sparo” può essere annoverato tra i capolavori del western degli Anni Settanta.