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    Home»Musica»Rubrica “L’artista della domenica” – Caetano Veloso
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    Rubrica “L’artista della domenica” – Caetano Veloso

    By Antonio Preziosi8 Dicembre 20194 Mins Read
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    Oggi voleremo direttamente in Brasile, patria del calcio, del carnevale, della buona musica e tanto altro, precisamente a Santo Amaro, cittadina di poco meno di 58.000 abitanti nello stato di Bahia, per parlare del suo cittadino più illustre: Caetano Veloso.

    Caetano, nato il 7 agosto 1943, è uno dei più popolari cantautori e chitarristi brasiliani. Quinto dei sette figli di José Telles Velloso detto “Seu Zezinho” e Claudionor Vianna Telles Velloso detta “Dona Canô”, è stato lui a scegliere il nome Maria Bethânia per la sorella minore, che è stata chiamata così da una famosa canzone, un valzer di Nelson Gonçalves. La sorella si è rivelata essere un’ottima cantante, famosa quanto Caetano stesso, a partire dagli anni settanta.

    Ha iniziato la sua carriera con la bossa nova, ma ha presto iniziato l’esplorazione e la creazione di stili diversi convergenti in un suo stile personale noto come MPB (musica popolare brasiliana), spostando pian piano il suono del pop brasiliano verso l’attivismo politico con un’attenzione sociale, associata con il movimento hippie degli anni 1960 e le sue opere tropicaliste.

    La militanza e l’attivismo politico di Veloso gli valsero la persecuzione da parte della dittatura militare che ha mantenuto il potere fino al 1984; le sue canzoni venivano frequentemente censurate.  Per questi motivi Caetano Veloso e Gilberto Gil trascorsero diversi mesi in prigione e andarono in esilio a Londra, insieme ad un altro immenso esponente della musica brasiliana, Chico Buarque.

    Nel corso degli anni ottanta, la popolarità di Veloso al di fuori del Brasile è aumentata,  mentre nel 1990 ha ricevuto il Premio Tenco.

    Nel 2015 e nel 2016 intraprende con il collega e vecchio amico Gilberto Gil una lunga tournée internazionale (“Dois amigos, um século de música”), che include anche alcune date in Italia, per celebrare i 50 di carriera di entrambi, al quale anche io ho partecipato ascoltando un memorabile concerto, intriso di storia, amicizia e passione per la musica ed i messaggi che esso veicola, presso l’Auditorium Parco della Musica in Roma.

    Per quanto riguarda lo stile musicale Caetano Veloso viene ricordato per essere stato, insieme a Gilberto Gil, il principale esponente del tropicalismo: stile di música popular brasileira che fonde sonorità brasiliane a quelle della musica popolare britannica e statunitense. Si ispira a stili quali la bossa nova, principale punto di riferimento dell’artista, il samba, il rock ‘n’ roll, il blues, il jazz, il beat e la psichedelia. Dopo gli esordi bossa nova, l’artista ha definito il tropicalismo con album quali Tropicalia ou Panis et Circencis (1968), realizzato al fianco di altri artisti della corrente. Si è successivamente immedesimato nel cantautorato di stampo anglosassone, nel funk e reggae, ritornando occasionalmente nella bossa nova e concedendosi infine alcune incursioni più sperimentali, una poliedricità che, però, non ha mai perso la qualità e lo spessore sia artistico, sia umano, che l’artista ha ricoperto nel tempo e tutt’ora ricopre, insieme all’amico Gil.

    Caetano Veloso è anche scrittore. “Verità tropicale” è un libro nel quale il cantante si mette a nudo con una limpidezza che commuove ma anche un libro di denuncia politica, scontata sulla sua stessa pelle attraverso quell’esperienza dell’esilio che portò Veloso a peregrinare per l’Europa arricchendo una vita che era già un calderone di fatti, nomi e personaggi.

    In conclusione può dire tranquillamente e senza tema di smentita che si tratta di uno dei più grandi cantautori del XX secolo. Caetano Veloso è tra gli artisti più influenti ed amati del panorama musicale brasiliano ed internazionale e chi non conosce le meravigliose atmosfere brasiliane dei suoi brani e le sue magiche sonorità davvero perde qualcosa.

     

    “Devo tutto a Joao Gilberto, l’inventore della Bossanova. Anche se non fossi diventato un musicista avrei ugualmente dovuto tutto a lui”.

     

    “Cantare è più che ricordare, più che vivere, più che sognare”

     

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