Jessica Chastain sbarca a Roma e ne diventa (con buona pace di chi aspirava a questo titolo) regina, grazie al suo fascino e alla sua eccezionale performance recitativa nel ruolo della telepredicatrice Tammy Faye Bakker, nella pellicola diretta da Michael Showalter.
Dopo essere cresciuta in un ambiente rigidamente cristiano nell’America degli anni ’60, la giovane Tammy Faye (Jessica Chastain) incontra e s’innamora dell’appassionato predicatore David Bakker (Andrew Garfield) e insieme creano un programma televisivo a tema religioso di straordinario successo che conquista, negli Usa puritani e rampanti di Ronald Reagan, milioni di telespettatori, fino alla scoperta di retroscena fatti di scandali sessuali e finanziari.
Presentando il film, Antonio Monda, direttore della Festa del Cinema, ha detto che “Dietro ogni moralista c’è un delinquente”. Un giudizio che probabilmente è vero per tutti i personaggi maschili del film a cominciare da Bakker (interpretato ottimamente dall’ex Spiderman Andrew Garfield), fino all’infido pastore fondamentalista Jerry Falwell (Vincent D’Onofrio),ma che Showalter risparmia a quelli femminili, come la madre di Tammy, Rachel, impersonata dall’attrice Cherry Jones e soprattutto alla protagonista,colpevole, al massimo, di essere un’ingenua, vittima di un marito così represso sessualmente e avido di denaro che ripaga l’incondizionato e, in molte situazioni decisivo, sostegno della moglie umiliandola in diretta, facendole confessare un innocente flirt e di altri presunti uomini di Fede, preoccupati solo di conservare i loro privilegi (come l’esenzione fiscale per le comunità religiose cui si fa spesso riferimento del film), mentre Tammy, pur condividendo con David la bizzarra concezione che Dio ricompensi la devozione con le ricchezze materiali, vorrebbe abbracciare, a colpi di canzoni folk e look eccentrici, tutti quanti, compresi i gay e i malati di Aids.
Un’“arringa difensiva” quella di Showalter nel complesso poco convincente e resa ancora meno credibile dal celebrativo finale, simile a quello dell’Ed Wood di Tim Burton, ma portata avanti con cura per tutte le due ore di film, specie nella ricostruzione (anche scenica) della società dei primi anni ’80 e che viene nobilitata da una protagonista eccezionale, anche nelle parti cantate.
Difficilmente il film sposterà il giudizio storico su Tammy Faye Bakker, qualunque esso sia, ma certamente permetterà a Jessica Chastain di ottenere quei riconoscimenti che il suo straordinario talento merita.
Di Andrea Persi